(di Bernardo Pasquali). L’Anguria senza semi è una realtà sempre più affermata e ha finalmente il suo Consorzio di Tutela e promozione. Si chiama Dolce Passione ed è stato presentato a MacFrut 2023. La anguria senza semi neri è il frutto del genio italiano e si innesta nel nuovo percorso della ricerca genomica che trova sempre più forma nelle cosiddette TEA (Tecniche di Evoluzione Assistita). Il tentativo di ottenere un cocomero senza semi si protrae da circa trent’anni e, finalmente, grazie ai grandi progressi della tecnologia degli ultimi dieci anni, finalmente il processo produttivo si è conclamato.
È un progetto frutto della genetica italiana che nasce da un lavoro di squadra che ha visto il coinvolgimento di Lamboseeds (Sant’Agata Bolognese) impegnata sul fronte della sperimentazione e ricerca avanzata, insieme al mondo della produzione e commercio con Alma Seges (Eboli, Salerno), Ortofrutta Castello (Stanghella, Padova), e Lorenzini Naturamica (Sermide, Mantova).
Come si presenta il frutto?
L’anguria senza semi ha la buccia nera. È il suo tratto più facilmente riconoscibile, oltre al fatto di avere una forma decisamente sferica quasi perfetta. Ha una buccia molto fine, nera, brillante e uniforme, dotata di polpa rossa vivace e croccante, con un gusto dal carattere zuccherino importante (grado brix superiore a 12), ricca di fibra grazie anche all’assenza del seme. E, se coltivata a temperature elevate, dal sapore ancora più dolce. Per le sue caratteristiche si colloca nel segmento dei cocomeri midi, con un peso che può variare dai 4 ai 6 chilogrammi, molto maneggevole anche per il consumatore.
Anguria senza semi per palati più esigenti
Il prodotto aumenta la piacevolezza del classico cocomero. Oltre alla dolcezza più accentuata sicuramente la mancanza dei semi elimina il fastidio alla masticazione. La polpa è particolarmente compatta e croccante e la componente bianca vicino alla buca è molto sottile. La cultivar che viene prodotta e commercializzata in Italia e in Europa si chiama “Giotto”.
I numeri dell’anguria senza semi
Da quando il Consorzio si è insediato a Marzo, il progetto ha preso decisamente la sua forma definitiva, sia da un punto di vista commerciale e di posizionamento sui mercati italiani ed esteri, sia da un punto di vista di disciplinare per quanto riguarda la tutela del Made in Italy. Nel 2022 ne sono state prodotte 3200 tonnellate in una superficie di circa 60 ettari. Per il 2023 si stima una produzione di 9000 tonnellate su una superficie di circa 200 ettari.
Per allungare il periodo di commercializzazione del cocomero, le coltivazioni di serra e di pieno campo saranno distribuite, in misura diversa, fra le diverse aree del territorio nazionale: per il 50% al Nord, per il 30% al Sud e per il 20% al Centro, con una produzione stimata, calcolata sul 95% dalle coltivazioni, di 8.500 tonnellate, pari all’1,5 % della produzione nazionale.
L’orgoglio di un progetto di ricerca tutto italiano
“Il valore aggiunto di questo prodotto – sottolinea Sandro Colombi di Lamboseeds – è un gioco di squadra tutto Made in Italy. Siamo partiti dieci anni fa con lo studio su semi e genetica e negli ultimi tre anni, dopo aver trovato quello che rappresentava per noi il risultato migliore, chiamato Giotto, lo abbiamo testato sul mercato e la risposta dei consumatori è stata molto positiva. Da qui è partita la vera sfida di Dolce passione nel 2022. Un prodotto che si presenta come interprete autentico del territorio dal quale nasce e che è un plus non indifferente per poter espandere i mercati”.
“Dopo il lancio del marchio Dolce passione dello anno scorso, presentiamo a Macfrut un ulteriore step nella produzione e commercializzazione di una prelibatezza tutta italiana – afferma il Presidente, Roberto Castello – Grazie all’unione di quattro aziende (Lamboseeds, Alma Seges, Ortofrutta Castello e Lorenzini Naturamica) abbiamo creato il Consorzio di produzione del cocomero Dolce Passione che ci permetterà di proseguire nella diffusione di questo prodotto in Italia e di ampliare il mercato di riferimento. Una sfida importante che premia un prodotto che dà valore al Made in Italy e che è bello, buono, salutare e soprattutto italiano”.