Dal 1395 c’è un Torellò nell’economia del Penedès: agricoltori, produttori e conferitori di uve, dal 1951 con Francesc Torellò Casanovas fieramente titolari del proprio brand e delle proprie uve con una forte vocazione al metodo classico. 22 generazioni ininterrottamente proprietarie della Finca Can Martì, 135 ettari che circondano la cantina, oggi a conduzione biologica. Nel 2019, l’uscita dalla denominazione Cava con l’avvio – assieme ad altri produttori di qualità – del progetto Corpinnat: marchio riconosciuto dall’Unione Europea che raccoglie soltanto produttori che accettano le più stringenti regole produttive. Ovvero, utilizzo di uve esclusivamente proprie, conduzione ecologica, vendemmia manuale, vinificazione all’interno delle proprie bodegas, limite di 80 tonnellate per ettaro, limite all’utilizzo di vitigni internazionali che non possono rappresentare più del 10% della massa complessiva posta in vinificazione, permanenza minima sui lieviti di 18 mesi nella rifermentazione in bottiglia con obbligo di presentare in gamma un 18, 36 e 60 mesi. Alla BBW-Barcelona Wine Week, abbiamo provato i quattro Corpinnat della maison catalana.
Brut Tradicional Brut Reserva Special edition 2014 (sbocc. 11/19)
Macabeo, Xarel.lo e Parellada compongono il blend di questo metodo classico con 36 mesi sui lieviti. I profumi al naso sono immediati e netti, fragranti, con fiori bianchi, una lieve nota agrumata. Il palato è molto fresco, molto pulito ed invitante, tornano le note floreali e di frutta a pasta bianca. Un metodo classico che sebbene ricco e complesso fa dell’eleganza e della leggerezza i suoi punti di forza. 60mila le bottiglie prodotte.
In degustazione: 90/100
Finca Can Martì Brut Gran Reserva 2014 (sbocc. 11/19)
In questo metodo classico compare lo Chardonnay che rappresenta il 25% del blend composto anche da Xarel.lo, Macabeo e Parellada. In questo vino va tutta la massa vendemmiata da Torellò di Chardonnay ammessa dal disciplinare di Corpinnat. 48 i mesi sui lieviti. La produzione totale è di 20mila bottiglie. Al naso emergono con vigore note silvestri, di sottobosco, di erba appena tagliata. Cresce la ricchezza di profumi, caratteristica che poi si riverbera anche al palato. Di estrema pulizia olfattiva. Il palato è ampio, le bollicine molto fine, tornano le note più agrumate con crema pasticcera e frutta secca. Finale molto lungo, ampio, di grande persistenza con un finale gradevolmente più amaro. Di grande bevibilità.
In degustazione: 93/100
Tradicional Brut Nature 2013 (sbocc. 01/20)
Minimo 50 mesi sui lieviti; il blend torna totalmente realizzato dai vitigni autoctoni. Questo è il vino dalla maggior produzione – 100mila bottiglie – ed è estremamente complesso al naso ed al palato. Come per gli altri spumanti, la finezza è la caratteristica dominante, così come la grande pulizia. Verticale, ricco di aromi floreali, al palato mostra una spiccata identità, una gradevolezza invitante così come il giusto nerbo. Molto ampio, con un finale molto lungo, con note di nocciola.
In degustazione: 94/100
Torellò 225 Brut Nature 2015 (sbocc. 01/20)
Tutti i Torellò precedenti sono stati vinificati in acciaio, soltanto uno conosce un passaggio in barrique non nuova, ed è questo “225”. Il blend vede Macabeo, Xarel·lo e Parellada ed una permanenza sui lieviti di almeno 36 mesi. Cresce notevolmente la complessità e la forza di questo metodo classico che presenta note più cremose, di frutta bianca matura, di fiori…un vino solare, mediterraneo. Il palato è molto ampio eppure di grande bevibilità, invitante, raffinato. Alla cieca metterebbe in difficoltà più di un pari annata francese o italiano. 12mila le bottiglie prodotte.
In degustazione: 94/100
Collection 2009 Brut Nature (sbocc. 01/20)
E’ l’ultimo nato, dieci anni di affinamento in bottiglia, e vuole rendere omaggio a Francesc Torellò che, appunto, diede vita alla Torellò Viticultors i cui frutti si vedono oggi nel bicchiere. E’ un alto di gamma che non fa mistero di voler competere con gli Champagne di maggior blasone (il suo prezzo franco cantina è infatti di 90€, ben spesi a nostro avviso), e che fa della raffinatezza, dell’eleganza e della bellezza i suoi punti di forza. Bellezza perché nel bicchiere è affascinante: colore e perlage semplicemente perfetti. Appena 515 le bottiglie prodotte. Dai profumi complessi e ricchi, al palato sorprende per la sua freschezza e per la spalla acida ancora molto ben presente che garantisce una longevità davvero importante. Gradevolissima la nota finale, molto invitante.
In degustazione: 98/100
Torellò è importato in Italia da “La mia cantina” di Padova.